Uno dei protagonisti delle tavole delle feste natalizie è il pandoro, dolce di origine veronese.
Forma di un tronco e rilievi a forma di stella con otto punte: ecco come si presenta il pandoro, che è un connubio di farina, zucchero, uova, burro, lievito madre e aromi.
Il suo caratteristico profumo di burro e vaniglia, la sua consistenza morbida e soffice lo rendono uno dei dolci più amati dagli italiani.
Il pandoro viene generalmente servito con una spolverata di zucchero a velo, messo in un sacchettino a parte e versato all’occorrenza, o farcito con creme.
La sua è una lavorazione tutt’altro che semplice: richiede quasi 48 ore di lievitazione ed è importante l’utilizzo del lievito madre.
Ma quando nasce?
Probabilmente le sue origini risalgono all’antica Roma, in quanto viene menzionato in uno scritto minore di Plinio il Vecchio, risalente al primo secolo D.c. Qui viene citato un cuoco di nome Verigilius Stefanus Senex che è alle prese della preparazione del panis, a base di farina, burro e olio.
Ci sono varie versioni riguardo all’origine dell’attuale pandoro.
C’è chi dice che la versione che tutti conosciamo è molto più simile al nadalin, dolce tipico natalizio veronese, nato intorno al Duecento in occasione delle feste natalizie: la differenza con il Pandoro è il meno burro utilizzato e le meno ore di lievitazione richieste che lo rendono un dolce più basso.
Ma c’è anche chi sostiene che il pandoro richiamerebbe un dolce servito sulle tavole dei ricchi veneziani, il pan de oro, da cui deriverebbe proprio il nome pandoro.
Un’altra versione ritiene che l’antenato del pandoro sia la brioche francese, molto amata alla corte dei veneziani.
Qualunque sia la versione originale, la data certa della nascita del pandoro è il 14 ottobre 1884, giorno in cui viene depositato il brevetto della ricetta di questo dolce da Domenico Melegatti, che si è ispirato al Levà, dolce tradizionale veronese impastato la sera della Vigilia di Natale dalle donne venete che impastavano questo dolce a base di farina, latte e lievito, ricoprendolo poi con mandorle e granelli di zucchero. Melegatti decide di togliere questa copertura e di aggiungere invece uova e burro, donandogli quella morbidezza che lo contraddistingue tuttora.
Il pandoro ha subito così tanto successo che viene istituito anche un concorso dallo stesso Melegatti, la sfida delle mille lire, nel quale i pasticceri dovevano proporre un dolce che eguagliasse la vera ricetta del pandoro. Quella sfida non è mai stata vinta da nessuno.
L’attuale forma è stata invece progettata dal pittore impressionista veronese Angelo Dall’Oca Bianca.
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